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Il paese

Il paese lo si scorge, giungendo dal basso, dopo aver abbandonato sulla sinistra la Statale n. 21 del Colle della Maddalena, all’altezza della frazione Beguda di Borgo San Dalmazzo.

Le abitazioni sono addossate alle sponde del fiume Stura che, in quel tratto, corre profondamente incassato; quelle sulla destra orografica, nella zona denominata la Sourana, sono circondate da alcune costruzioni recenti, i Truquet, quelle poste oltre il fiume, nella Soutana e in Piasa, sono probabilmente le più antiche di Roccasparvera e conservano i tradizionali muri in pietra ed i tetti in ‘lose’.

Il toponimo, la Rocha (Roccasparvera), trae la sua origine dalla posizione dell’abitato; le case sono infatti arroccate ad un grande masso sul quale, un tempo, sorgeva l’antico castello, di cui ormai rimangono pochi ruderi.

In epoca medioevale le case erano probabilmente circondate dalle mura, la cui esistenza è testimoniata dalle tracce dell’antica porta fortificata, in pietre e mattoni, denominata Porta Bourèla.
  
 Questa porta permetteva l’accesso al villaggio per chi giungeva da Gaiola percorrendo la strada che attraversa la frazione Castelletto.

Un ponte di recente costruzione, edificato sui ruderi di uno preesistente in legno e pietra, permette la comunicazione tra la Soutana e la Sourana; una stradina in forte pendenza, costretta tra le abitazioni ed i cortili, conduce sulla piazzetta principale del paese dove troviamo: il Municipio, la Chiesa Parrocchiale di S. Antonio (sec. XV), ed una fontana in pietra risalente alla metà del Settecento.

Le principali frazioni, oltre a numerosissimi chabot e téit, Sono:

 - Castelletto (ël Castlèt)
 - Piano Quinto (i Casai)
 - Tetti Beraudi (Beraout).

La popolazione residente all’inizio del secolo era di 1154 abitanti, nel 1951 di 862, nel 1981 di 638 ed attualmente di circa 730 unità.

La superficie totale del Comune è di 1098 ettari e si divide in due ampie zone, l’una scoscesa, alle spalle dell’abitato, e l’altra pianeggiante accanto alle sponde del fiume Stura.
  
 La prima, ben esposta a mezzogiorno, è costituita da ampi avvallamenti e da ripidi costoni ricoperti da boschi di castagno.

L’attività della castanicoltura a Roccasparvera costituisce ancora un importante fattore economico, come fonte di reddito integrativo, in quanto proprio in quei boschi si trovano castagni di varietà pregiate.Qua e là, nascosti tra gli alberi, sono presenti piccoli gruppi di costruzioni rurali (téit e chabot) un tempo abitati tutto l’anno, ora disabitati e spesso completamente diroccati.

Nei terreni attorno a questi casolari si svolgeva tutta l’attività contadina: fienagione, pascolo, coltivazione dei cereali, ecc. Le zone pianeggianti, poste vicino al fiume Stura o ai lati della Statale del Colle della Maddalena, sono utilizzate, oltre che per il taglio del fieno, per la coltivazione dei piccoli frutti: lamponi, ribes rosso e nero, rovi, mirtilli giganti; degli ortaggi: zucchini, fagioli, cavolfiori; e delle piante da frutta, in particolare dei meli.

L’allevamento bovino e ovino può contare su un discreto numero di capi.






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