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Santuario di Sant'Anna di Vinadio
Il primo documento storico che indica la presenza di una chiesetta nel vallone, detto dell'Orgials, è un atto di intesa sui confini di Vinadio e Isola, redatto il 23 settembre 1307, che nomina "l'ospizio di S. Maria di Brasca". Si trattava di una piccola cappella affiancata da poveri locali per l'ospitalità dei viandanti e pellegrini. In un atto del 21 febbraio 1447 risulta che l'ospizio era amministrato dal parroco di Vinadio con quattro consiglieri di cui due eletti dal comune.
Le testimonianze più antiche sulla vita dell'ospizio di S. Maria attestavano la presenza di eremiti che si dedicavano al servizio dei viandanti . Con lo sviluppo della chiesa in santuario l'amministrazione stipulò convenzione con un custode stabile detto "Randiere".
I suoi compiti erano così stabiliti:
- abitare presso il santuario tutto l'anno;
-curare la manutenzione degli edifici;
- somministrare viveri ai viandanti ed accompagnarli per un tratto di strada in caso di cattivo tempo;
- riassettare la strada e le pianche;
- suonare la campana all'Ave Maria ed in caso di brutto tempo per orientare i viandanti; provvedere il fieno su cui i pellegrini potessero dormire;
provvedere i pasti ai sacerdoti e amministratori nei giorni delle feste.
Un documento del 1443, per la prima volta attesta il nuovo titolo della chiesa detta d'ora in poi di "S. Anna". L'antico ospizio alpino stava cambiando fisionomia divenendo un caratteristico santuario. Il culto di S. Anna e di S.Gioachino si era diffuso in occidente dopo le crociate e per dare forza alla nuova devozione anche in loco la tradizione popolare fece ricorso ad una presunta apparizione di S. Anna ad una pastorella, Anna Bagnis, che sarebbe avvenuta su una roccia tra i pascoli più a monte della vetusta chiesetta. In ogni leggenda antica c'è sempre un fondo di verità!
La tappa più significativa dello sviluppo del santuario fu la costruzione della nuova chiesa, l'attuale, nel 1680-81, con l'animazione di don G.B. Floris parroco di Vinadio, aiutato dal Comune e dai pellegrini. La chiesa secentesca venne costruita leggermente più a valle dell'antica cappella. I pellegrini all'epoca già si contavano a migliaia. Nel 1619 si ottenne una reliquia di S. Anna ancora attualmente esposta nel braccio argenteo. La fama crescente del santuario fu bruscamente interrotta per alcuni anni con la rivoluzione francese, periodo in cui anche la chiesa fu saccheggiata, per poi riprendere nell'Ottocento con l'afflusso di molti fedeli. L'attuale edificio sacro è il secondo dedicato a S. Anna. Costruito nel 1680 è a tre navate, con pavimento ligneo in salita sul pendio della roccia sottostante.
La volta venne costruita solo nel 1870, al posto del tavolato originario distrutto da un incendio. Negli anni seguenti , su progetto dell'Ing. Alessandro Arnaud, del 1881, l'edificio ha assunto l'impostazione attuale con il rifacimento della facciata e del campanile. La navata centrale si prolunga nel presbiterio chiuso da grandi cancellate, recanti in alto lo stemma di Vinadio. Sul fronte del presbiterio spiccano ai lati la statua ottocentesca di S. Anna con Maria e il braccio-reliqiario secentesco della santa. L'attuale altare maggiore in marmo è del 1960, mentre dieci anni dopo si allestì la nuova mensa in rame sbalzato, posta verso il popolo. I due altari laterali sono dedicati a S.Gioachino e alla Madonna della Neve. Le pareti sono adornate da numerosissimi ex-voto che testimoniano la gratitudine di generazioni di pellegrini.
La folla di pellegrini e turisti in aumento nei decenni dell'ultimo dopoguerra ha reso insufficiente la chiesa per le celebrazioni più solenni. A tal fine nel 1971-72 si risistemò il chiostro tra la chiesa ed il vecchio ospizio rendendolo spazio adatto alle celebrazioni. Al pian terreno dell'ospizio, venne formata la cappella delle confessioni, per offrire il clima di raccoglimento adatto, che è stata completata nel 2000 con la realizzazione della cappella dell'adorazione, dove tutti i giorni viene esposto il SS. Sacramento.
Nel chiostro si celebra la grande messa bilingue, in francese e in italiano, come segno di fraternità ecclesiale a cui questo santuario serve, come luogo di incontro al di là delle frontiere. Alcuni punti caratteristici circostanti il santuario sono stati adeguatamente sistemati: la stele della Madonna della Neve, le "rotonde "per la celebrazioni all'aperto, la roccia dell'Apparizione, la "Via Crucis del Pellegrino"e il monumento con i cimeli della Seconda Guerra Mondiale che si è combattuta su questi monti. La funzionalità dell'accoglienza sempre più ampia ha cercato di valorizzare ogni ricordo della tradizione. Oggi il Santuario cerca di essere un luogo di accoglienza per singoli e gruppi, non solo per i rapidi pellegrinaggi giornalieri, ma anche per un periodo di soggiorno, per i momenti di celebrazione e di riflessione, per reimmergersi nella pace naturale di laghi e vette... Sono gli elementi ideali per campi scuola di ragazzi e giovani. Per questo l'antico ospizio ed alcuni bivacchi alpini sono stati adeguati, mentre la "Casa di S. Gioachino", in affitto dagli anni '60 e dal 2000 finalmente proprietà del Santuario, può ospitare persone e famiglie. Per far fronte al crescente turismo si cerca di creare una zona più ampia di rispetto estesa al chiostro e al piazzale della chiesa, perchè il Santuario possa continuare ad essere luogo di serenità, nell'incontro con Dio, con la natura, con se stessi e nella condivisione fraterna in semplicità e gioia.
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