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La Valle Stura

La Valle Stura di Demonte, in Provincia di Cuneo, è incastonata tra le Alpi Marittime e le Alpi Cozie e attraverso il Colle della Maddalena è unita alle regioni francesi dell'Ubaje e della Tinée.

 Il fiume Stura, che prende origine dal Lago della Maddalena, attraversa l'intera Valle, caratterizzata da dolci declini nel tratto iniziale e da tipici paesaggi alpini più aspri e ripidi in alta quota.

 La Valle ha rappresentato in passato e per lungo tempo un corridoio fondamentale di collegamento con la Francia, una sorta di passaggio obbligato per uomini e merci.

 Numerose furono infatti nel corso dei secoli le opere costruite a carattere difensivo su tutto il territorio, basti citare il Forte di Vinadio.

 Significativi inoltre sono stati, in questa terra di transito, i fenomeni migratori e gli scambi culturali e commerciali tra i due paesi, che hanno portato con il passare del tempo ad abitudini ed usanze comuni sia nel vivere quotidiano che nel culto religioso.

 L'ampio solco vallivo tracciato dal fiume Stura, che defluisce dal Lago della Maddalena (1990 metri s.l.m.), separa le Alpi Marittime dalle Cozie e custodisce al suo interno un ricco patrimonio naturalistico-ambientale.
 Dodici sono i comuni appartenenti alla Valle Stura:

Argentera, Pietraporzio, Sambuco, Vinadio, Aisone, Demonte, Moiola, Valloriate, Gaiola, Rittana, Roccasparvera e Borgo San Dalmazzo presentano sul proprio territorio borgate, villaggi e case sparse, con una notevole varietà di tipologie abitative e di materiali utilizzati per la costruzione, diversificati secondo la loro collocazione.

 Edifici di grandi dimensioni, con muri in pietra e tetti in paglia di segala o scandole in legno, in alta valle; costruzioni di dimensioni minori, con muri in pietra e copertura in lose, nella bassa valle.

 Particolarmente caratteristica è la tipologia delle abitazioni di San Bernolfo, una borgata del vallone di Bagni di Vinadio, dove i muri, che nella parte inferiore sono in pietra, nella parte superiore sono formati da tronchi sovrapposti ed incastrati agli angoli. Le centinaia di chiese, cappelle, santuari e piloni votivi collocati all'interno dei villaggi o sparsi qua e là sui rilievi, oltre a testimoniare la profonda religiosità popolare, rappresentano dei veri tesori di arte sacra. L'esempio più significativo è costituito dal Santuario di Sant'Anna (il più alto d'Europa - mt.2010), meta estiva per migliaia di pellegrini.

 Gli antichi affreschi murali presenti per lo più nelle borgate della bassa valle, ed in modo particolare a Rittana, dove il Comune recentemente ha ripreso la tradizione, costituiscono un interessante itinerario turistico - culturale. Le opere militari, costruite nei secoli per sbarrare il passo agli eserciti che attraverso il Colle della Maddalena percorrevano la valle per raggiungere la pianura, si sono conservate nel tempo a documentare gli eventi bellici.

 Oltre alle numerose fortificazioni distribuite lungo tutta la Valle ed ai ruderi del Forte della Consolata di Demonte, abbattuto alla fine del XVIII secolo, appare in tutta la sua maestosità il Forte Albertino di Vinadio (inizio XIX secolo) che racchiude, entro le sue mura, l'abitato verso l'alta valle.
 Le attrattive naturalistiche, potenziate da un ambiente ancora incontaminato, disegnano per le migliaia di turisti che ogni anno trascorrono le loro vacanze in questa valle, diversi ed interessanti itinerari lungo i molteplici valloni laterali percorsi da torrentelli ricchi di acque spumeggianti e costellati da numerosissimi laghetti alpini e tra boschi di abete, larice, pino, castagno e faggio che ricoprono i pendii della valle.

 Le abbondanti acque del fiume Stura, nel tratto compreso tra i Comuni di Moiola, Gaiola e Roccasparvera, correndo incassate tra le suggestive Forre dell'Olla, formano un percorso, per gli appassionati di canoa, lungo il quale è attrezzato un campo slalom riconosciuto a livello internazionale. Una notevole attrattiva turistica è altresì rappresentata dalle fonti termali di acque sulfuree sgorganti ad oltre 65° e dal relativo stabilimento sito in Località Bagni di Vinadio, noto sin dall'antichità. Per gli amanti dell'escursionismo alpino sono disponibili numerose cime che raggiungono l'altezza di 3000 metri.
 Non mancano poi le occasioni per tutti coloro che si interessano all'attività dello sci alpinismo.

 E' tuttavia nella disciplina dello sci di fondo che la Valle Stura emerge particolarmente con le stazioni di Festiona, Aisone, Vinadio, Bagni di Vinadio, Pietraporzio e Argentera, conosciute a livello mondiale, grazie soprattutto alle imprese della campionessa olimpionica Stefania Belmondo, originaria della Valle Stura, che su queste piste ha iniziato la pratica di questo sport e che ancora oggi percorre nei suoi allenamenti.
 L'ospitalità della gente che abita la Valle Stura, la buona ricettività alberghiera unita all'ottima cucina tipica (si ricordano in particolare; l'oula al fourn, i crouzet, l'agnello sambucano) sono un allettante invito per coloro che avranno occasione di conoscerla.

LA GASTRONOMIA DELLA VALLE STURA

 In Valle Stura la gastronomia occupa un posto di primo piano perchè, forse più che altrove, ha mantenuto, nonostante l'evoluzione dei gusti e dei sistemi alimentari, uno stretto legame con le abitudini di un tempo.
 Ciò è accaduto non per un artificioso attaccamento al passato, ma come conseguenza di un isolamento prolungato nel tempo, pur in presenza di motivi di richiamo di valore incontestabile.
 Proprio per questa situazione obiettiva, oggi si può parlare di una cucina tipica della valle, che si caratterizza per la semplicità di confezionamento delle vivande, per la presenza di ingredienti prettamente locali, per una sorta di indipendenza, anche se talora è avvertibile una inevitabile comunanza di abitudini di tutte le genti di montagna o un probabile influsso di civiltà diverse ed in particolare di quella provenzale.

 L'elencazione di piatti quindi registra, tra le minestre, che variano secondo le verdure utilizzate, "L'oula al fourn" (così detta perchè fatta cuocere nel forno dentro un'olla) e il brodo di lenticchie che proprio nell'alta valle un tempo era coltivate su ampi spazi; tra le vivande a base di farina, oltre le forme che tutti conoscono perchè consuete, i "crouzet" (una sorta di impasto che ricorda le orecchiette); tra le carni, la cacciagione, specialmente cinghiali e camosci, messa in fusione nel vino prima della cottura.

 Un posto a parte spetta alle lumache, per non dire delle rane, la cui preparazione ha sbizzarrito la fantasia dei cuochi alla ricerca di salse intingoli, nonchè ai pesci, tra cui eccellono le trote, servite nel sugo di cottura o in carpione e senz'altro ai funghi che si servono fritti od in insalata o magari conservati sott'olio ed anche ai formaggi, preparati con latte di mucca o di capra, che si chiamano nostrali o tome e al bruss che nasce dalla fermentazione degli stessi secondo ricette del tutto personali a proposito di ingredienti aggiuntivi.

Carni, latte e formaggi poi, sono il companatico della polenta, che poteva essere di segala, di orzo, e entrambi mescolati insieme, oppure preparata con il grano saraceno fourmentin, integrata a volte con patate.
 Il pane, cotto nel forno a legna, poteva essere di frumento, segala, orzo o impastato con castagne, noci o frutti di stagione.
 Carni e formaggi hanno per contorno ogni sorta di verdura o legume, soprattutto spontanea (dagli spinaci agli asparagi di montagna) o le già ricordate patate e lenticchie.
 Ovviamente non si devono dimenticare le uova, cioè un piatto a parte che comporta l'uso delle cipolle, delle erbe aromatiche e magari delle ortiche; le salse nelle quali primeggia il sapore delle acciughe e dell'aglio, siano esse "la bagna caouda" o "l'aioli" ed inoltre, la carne cruda, le cipolle ripiene "sebos abaouso", le verdure cotte insieme "la ratatouio", le pesche ripiene, la panna montana "fioca", il pane di castagne, il dolci di pasta di pane "tourtoun".